
Dopo una partita così diventa difficile criticare questo gesto tecnico.
Inizio così questo articolo, con questo enunciato, perchè durante la finale di Champions è apparso evidente che non possa esistere una metodologia unica nell’allenare questo ruolo, ma coesistono e convivono tante scuole di pensiero diverse.
Ogni scuola ha dei punti cardine, con i quali si esaltono determinate caratteristiche rispetto che un’altra, per esempio la scuola italiana regina della tecnica e del bel gesto, la scuola spagnola con un portiere molto istintivo e con allenamenti molto più situazionali, infine per arrivare alla finale c’è la scuola tedesca con l’uscita a croce a coprire più spazio possibile. Non esiste un meglio ed un peggio, solo concetti diversi, i quali sono influenzati da mille parametri.
Come ho scritto nel titolo, le metodologie sono soggette a critiche e quella tedesche era appena stata critata dopo varie partite non eccellenti di Ter Stegen con il Barcellona. In particolare la critica si riferusce all’uno contro uno e con l’utilizzo della croce.
Per concludere questa riflessione pendo che ogni gesto tecnico vada valutato o criticato in base al momento di utilizzo, ovvero al momento nel quale sia giusto effettuarlo, se in un contesto sbagliato è giusto farlo presente ed in questa partita la scelta del gesto è perfetta con quel tipo di situazione.