Goalkeeper, passo e spinta di Kepa Arrizabalaga

Chelsea-Watford 3-0.

 

L’articolo di oggi sarà un ulteriore approfondimento del precedente, nel quale abbiamo analizzato la differenza tra il passo e spinta ed il levagamba. Come punto di riferimento abbiamo la meravigliosa parata di Kepa nel match di Premier League contro il Watford, con la quale approfondiremo l’analisi del passo e spinta inserito in una situazione di gioco.

Nell’ultima analisi di Goalkeeper analysis abbiamo detto che il gesto tecnico di passo e spinta è opportuno in un contesto di gioco nel quale la conclusione avversaria risulta lontano dal corpo del portiere, inoltre abbiamo affermato anche che tra i due gesti presi in considerazione è quello che richiede un tempo di esecuzione maggiore, perciò non ci resta che analizzare passaggio per passaggio il gesto tecnico e atletico del portiere del Chelsea per confermare le teorie espresse nell’articolo precedente.

Iniziamo come sempre l’analisi molto prima rispetto all’effettivo gesto tecnico, infatti partiamo dalla posizione di partenza, anche perchè ci sono aspetti che risulteranno fondamentali per la spinta eccezionale che Kepa ha effettuato poco dopo. Tutto nasce da un cross a rientrare da parte di un giocatore del Watford, perciò Kepa era posizionato tra linea di porta e area piccola pronto per un eventuale uscita, Kepa a questo valuta l’impossibilità di uscire, perciò la sua prima preoccupazione diventa recuperare immediatamente la posizione della porta, con uno spostamento all’indietro, ma sempre con la visuale fissa sul pallone in caso di un ipotetica deviazione di un attaccante del Watford. Entriamo ora nella fase calda della parata, la quale inizia quando l’attaccante impatta la palla di testa indirizzandola alla destra di kepa ed è proprio nel momento dell’impatto che il portiere effettua il saltello pre-parata, il quale gli permetterà di avere la giusta esplosività ed elasticità per andare a deviare un pallone difficilissimo.

Quando kepa è atterrato dopo il saltello pre-parata è andato a caricare sulla gamba destra per spingere, ulteriore gesto da sottolineare è la direzione della punta del piede destro, ovvero rivolta verso il lato della parata. Nonostante l’altezza non eccessiva della traiettoria Kepa è arrivato a toccare il pallone con la mano di richiamo, questo perchè il portiere terminato il saltello non ha avuto il tempo per fare un ulteriore passo verso il palo della parata, probabilmente se avesse effettuato un passo prima del caricamento avrebbe perso il tempo di intervento, perciò la spinta di Kepa parte direttamente da centro porta.

La posizione dalla quale parte la spinta è una dimostrazione della forza che possiede Kepa nelle gambe e del controllo totale che il portiere possiede del proprio corpo, ma in questa parata oltre che elogiare giustamente le qualità fisiche del portiere, bisogna elogiare anche la scelta di tempo di Kepa, la quale gli ha consentito di avere un tempismo perfetto nel saltello, nella spinta e in fine nell’allungamento di tutto il corpo per deviare la palla.

Con questa analisi si percepisce come sia fondamentale allenare le componenti  di forza ed elasticità, ma anche allenare il tempo della parata.

 

Goalkeeper analysis

Nicola Comini

Published by Goalkeeper analysis

Nato a Mantova - collaboratore della Gazzetta di mantova- studente università deglo studi di ferrara di scienze motorie

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